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ORA POSSO DIRE CHE VIVO DI MUSICA

  • Mishelle Macias-El Telegrafo
  • 30 mar 2017
  • Tempo di lettura: 3 min

Quest’anno l’interprete di “El mismo sol” e “Sofia” è in tour in Europa. Un mercato, quello europeo, che ritiene difficile da conquistare.

Il cantautore ispano-tedesco Alvaro Soler al momento sta promuovendo il suo nuovo singolo “Animal”, incluso nell’album di debutto “Eterno agosto” (2016). Il videoclip, girato a L’Avana, mostra una pugile durante il suo allenamento quotidiano, ed è stato pubblicato sul canale Youtube del cantante il 10 febbraio scorso. Entro la fine dello scorso anno, Alvaro Soler aveva già accumulato 26 tra dischi d’oro e di platino in giro per il mondo per i suoi due singoli “El mismo sol” in duetto con Jennifer Lopez, e “Sofia”, oltre che per il disco “Eterno agosto” Dalla data di uscita del video al momento in cui scriviamo, “Animal” ha già più di 4 milion di visualizzazioni su Youtube. Il musicista ventiseienne ha fatto una breve pausa nel suo tour europeo per fare una chiacchierata al telefono con EL TELEGRAFO riguardo a questo singolo e qualcosa di più sulla sua carriera nel mondo della musica. In “Animal” c’è l’uso degli strumenti a fiato che danno alla canzone un sound più latino. A cosa si è ispirato per comporre questa canzone? Anche se “Animal” segue lo stesso stile delle mie altre due canzoni, “El mismo sol” e “Sofia”, è una melodia più ballabile con un certo ritmo latino. Volevo mostrare un mio lato particolare. Le parole invece si ispirano alla generazione di adesso, a come siamo noi giovani. In questo caso la storia è quella di una ragazza a cui piace essere attiva, una vera combattente, per questo nel video viene rappresentata come un’atleta che si sta allenando per le strade de L’Avana. Nel 2015 ha vinto il premio del Coca Cola Summer Festival. L’anno scorso il premio European Border Breaker, assegnato dall’Unione Europea. Ha duettato con JLo, Emma Marrone (in Italia), Monika Lewczuk (in Polonia) e Paty Cantù (in Messico). Come ha fatto a convivere con il successo? Sembra ancora molto strano e molto distante, anche se io sono uno realista. È stato un cambiamento inaspettato ma ora sì che posso dire che vivo di ciò che amo, del fare musica. Anche essere sui vari social network mi ha aiutato a mantenermi con i piedi per terra, perché non solo mi ha permesso di tenermi in contatto con i fan, ma anche con la mia famiglia e gli amici. A volte non ho tempo per sentirli, ma quando condivido quello che mi succede anche loro possono tenersi aggiornati. Sono consapevole di ciò che posto sui miei canali, sono responsabile nei confronti di chi mi segue. Come fa quando è a Berlino? I fan Le si avvicinano per chiedere foto e autografi? Questa cosa l’ho vissuta più sui social che dal vivo. Abito a Berlino e lì alla gente è totalmente indifferente quando me ne vado in giro, come non succedesse nulla. Tuttavia, quando sono in Italia, dove c’è stato più successo con “Sofia” e “El mismo sol”, è una follia. Prima la Spagna era il mio rifugio, ma ora già mi riconoscono di più. Ancora sto cercando di accettarlo. Nelle interviste fatte in altri Paesi ha parlato dell’importanza che la musica ha per Lei a livello personale. Cosa intendeva dire con questo? A 10 anni i miei genitori mi regalarono una tastiera e imparai a suonare per conto mio. Questo mi è stato di grande aiuto quando ci siamo trasferiti a Tokyo per il lavoro di mio padre. Era un’altra cultura, molto diversa da quella spagnola dalla quale venivo. La musica è sempre stata con me ed è diventata quasi una terapia. Quando non ce la facevo più, mi mettevo a suonare e questo mi aiutava a rilassarmi. Di fatto, lo faccio ancora dopo le presentazioni o quando sono in camera in albergo. In fin dei conti tutti comunicano attraverso la musica. Perché si è concentrato di più sull’Europa e non ha visitato l’America Latina? Certo che vorrei venire da quelle parti, il mio batterista è cileno e dice sempre che dovremmo venire a suonare lì. L’anno scorso ho fatto un breve viaggio in Colombia, Perù e Ecuador. A Quito sono rimasto due giorni per un’esibizione a Los40, è una città bellissima, quindi sì, tornerò in America del Sud, anche se non ci sono date fissate. Però per il momento sono più concentrato sull’Europa, perché è un mercato più grande e difficile da conquistare. Oltre ad essere cantante e compositore, si è cimentato anche come giudice nei reality The Voice e X Factor in Italia. Che lezione ha imparato da questa esperienza? Beh, tutti siamo giudici nella vita, solo che io lo faccio di fronte a una telecamera. È un lato diverso di me, tiro fuori il meglio dei partecipanti che mi vengono affidati, si lavora con personalità e stili molto diversi tra loro e devo trasmettere sicurezza a quelli che fanno parte della mia squadra. FONTE: Clicca o copia il link per vedere l'articolo originale!!!


 
 
 

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